INFORMAZIONI GENERALI
QUESTO E’ IL BLOG DI TELEFONO VIOLA, ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO SENZA FINE DI LUCRO. IL SUO OPERATO SI BASA SULLE IDEE E SULLE PRATICHE DI GIORGIO ANTONUCCI E DI THOMAS SZASZ. NASCE A ROMA IL 22 OTTOBRE DEL 1991, FONDATA DA ALESSIO COPPOLA, ALLORA PRESIDENTE DEL CEU, CENTRO DI ECOLOGIA UMANA. SI DICHIARA PER LA SOLIDARIETÀ SOCIALE E CONTRO GLI ABUSI, LE COERCIZIONI E LE VIOLENZE DELLA PSICHIATRIA COMUNQUE E DOVUNQUE SI MANIFESTINO. LA SUA SEDE LEGALE E’ PRESSO IL CESV, IN VIA LIBERIANA 17 - 00185 ROMA. LA SUA SEDE OPERATIVA (PER INCONTRI E COLLOQUI CONCORDATI) E' IN VIALE MANZONI 55 (METRO MANZONI) PER GENTILE OSPITALITA DELLA FEDERAZIONE COBAS. CHI VUOLE CONSIGLI PER DIFENDERSI O DENUNCIARE ABUSI PSICHIATRICI PUÒ ANCHE TELEFONARE DAL LUNEDI’ AL VENERDI’ AL NUMERO 06. 59 60 66 30 (SEGRETERIA IN RIPRISTINO A PARTIRE DAL GIORNO 22 OTTOBRE ‘12, GIORNO DEL NOSTRO VENTUNESIMO ANNIVERSARIO). SI PUÒ AFFIDARE UN APPUNTO ALLA SEGRETERIA CON I PROPRI DATI, PER ESSERE RICHIAMATI APPENA POSSIBILE. COSA PUO’ FARE IL TELEFONO VIOLA? ATTUALMENTE POSSIAMO OFFRIRE UN ORIENTAMENTO SULLA QUESTIONE PSICHIATRICA, CHE CI DERIVA DALL’ESPERIENZA DEI NOSTRI CONSULENTI E COLLABORATORI, E CHE SERVE SOPRATTUTTO A PREVENIRE E CONTRASTARE IL PIU’ POSSIBILE I TRATTAMENTI SANITARI OBBLIGATORI (TSO). INFATTI, IL TSO E LE SUE FORME INDIRETTE SONO LE PRATICHE PSICHIATRICHE VINCOLANTI DOVE PIU' SI VERIFICANO GLI ABUSI DELLA PSICHIATRIA. GLI ASCOLTI TELEFONICI, I COLLOQUI E I CONSIGLI OFFERTI DALL’ASSOCIAZIONE SONO GRATUITI. (LA DIFESA LEGALE DA NOI EVENTUALMENTE CONSIGLIATA E’ A SPESE DELL’UTENTE). DOPO VENT’ANNI RESTIAMO UN’ ORGANIZZAZIONE CHE SI BASA SUL LAVORO VOLONTARIO E GRATUITO DI POCHI SOCI. PER ESSERE PIU' EFFICIENTI ABBIAMO BISOGNO DI AIUTO DAI NOSTRI UTENTI E SIMPATIZZANTI. PER SOTTOSCRIZIONI E DONAZIONI (UNICA FONTE DI SOSTEGNO) USARE IL CONTO CORRENTE POSTALE N° 6087021 INTESTATO A TELEFONO VIOLA. PER BONIFICI BANCARI USARE IL CODICE IBAN IT04 W076 0103 2000 0000 6087 021 (CIN W; ABI 07601; CAB 03200; N. CONTO 000006087021). SI POSSONO VERSARE SUL CONTO CORRENTE ANCHE PICCOLE SOMME DI /5/10 EURO, PER COPRIRE LE SPESE DI SEGRETERIA TELEFONICA (IN MEDIA LA SPESA PER NOI E’ DI 2 EURO PER OGNI CHIAMANTE CHE CHIEDE UN CONTATTO). IN CASO DI CRISI DI SOSTEGNO NON POSSIAMO GARANTIRE LE TELEFONATE SUI CELLULARI. IL BILANCIO DELL’ASSOCIAZIONE E’ PUBBLICATO SUL BLOG E SUL SITO. NOTA. INVITIAMO TUTTI GLI INTERESSATI A INTERLOQUIRE CON QUESTO BLOG E CON LA PAGINA FACEBOOK (TELEFONO VIOLA) CON SPIRITO SOLIDALE E COSTRUTTIVO. SI AVVISA CHE PER EVITARE PERICOLOSE CONFUSIONI, IL TELEFONO VIOLA NON RICONOSCE E DIFFIDA ALTRI ORGANISMI CHE USINO IL SUO NOME SENZA ADESIONE AL SUO STATUTO E FUORI DA ACCORDI E DELEGHE SPECIFICI. (Testo aggiornato al 25 novembre 2012)

mercoledì 22 giugno 2011

Relazione sull'attività di Telefono Viola


Relazione sull’attività di Telefono Viola

Gli Inizi
Telefono Viola è stato costituito con un atto notarile a Roma il 22 ottobre 1991, come associazione di volontariato senza fine di lucro. Il fondatore è Alessio Coppola, filosofo, formatore e counsellor, allora Presidente del CEU Centro di Ecologia Umana, collegato per alcuni anni a Legambiente. Telefono Viola s’ispira fin dall’inizio alla teoria e alla pratica, in breve “approccio non psichiatrico” del Dott. Giorgio Antonucci, medico psicoanalista di Firenze. Questi, collaboratore di Franco Basaglia, ha caratterizzato la sua pratica con il rifiuto dei trattamenti sanitari obbligatori e della cultura stessa manicomiale. Alessio aveva conosciuto da vicino le esperienze di liberazione manicomiale attuate dal Dott. Antonucci, raccogliendole in un libro da lui stesso curato (“I pregiudizi e la conoscenza - critica alla psichiatria”, ed. Cooperativa Apache 1985).

Il Telefono Viola è concepito da Alessio Coppola e da alcuni suoi collaboratori del CEU come uno strumento pratico e organizzativo, che più che fare discussioni teoriche, difende in concreto e sulla base delle leggi esistenti, i diritti dei cittadini che si trovano a fare esperienza dei trattamenti psichiatrici, soprattutto quando sono imposti contro la volontà del paziente.

Accanto a quest’azione di tutela, affidata a legali ed esperti giuridici, l’associazione svolge un’attività di ascolto e solidarietà con i nuclei familiari, che spesso confliggono al loro interno in rapporto ai problemi posti dai trattamenti psichiatrici. La prima idea di fare un telefono viola venne, infatti, dopo un incidente occorso nell’agosto del 1991 a un giovane ricoverato in TSO al Forlanini di Roma, Davide Catalano, che non si poté salvare da un incendio scoppiato nella stanza dove era legato in TSO e che per questo subì l’amputazione di una gamba. La necessità di portare subito alla conoscenza dell’opinione pubblica e della giustizia i tanti casi di abuso e violenza psichiatrica fu la molla che portò all’ideazione di Telefono Viola.

Lo sviluppo
I primi cinque anni sono caratterizzati da un’intensa attività di denuncia pubblica, anche con interviste alla TV di stato e privata. Inoltre l’approccio non psichiatrico del Telefono Viola è stato fin dall’inizio pubblicizzato nei vari convegni nazionali di “ecologia umana”, svolti in collaborazione con il CEU di cui si è detto sopra. Particolare risalto nel settore della salute mentale e sulla stampa, ha avuto la “campagna contro l’uso dell’elettroshock”, che portò a una raccolta di migliaia di firme e a un ordinamento di quel trattamento, almeno con l’imposizione ministeriale della modulistica per il consenso informato.

Va qui precisato che l’attività più costante, anche se nell’ombra, è stata quella di dare un orientamento alle centinaia di persone che si sono rivolte al Telefono Viola, per prevenire il più possibile le forme costrittive dei trattamenti psichiatrici. In molti casi, il Telefono Viola attraverso la sua opera di solidarietà sociale, di denuncia degli abusi, persuasione e mediazione familiare, ha evitato pericolosi ricoveri psichiatrici, per lo più consigliando approcci più dialogici e lo stesso impegno sociale come uscita dalle ottiche individualistiche ed emarginanti.

Non si può tralasciare in questa breve rassegna, il ruolo di vero allarme sociale che il Telefono Viola ha avuto verso la fine degli anni 90 nel denunciare, attraverso visite improvvise a istituti psichiatrici come quello di Guidonia o a Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG), come quelli di Reggio Emilia, Aversa e Monte Lupo Fiorentino, le condizioni di sub-umanità in cui versavano -ma tuttora versano, come ha dimostrato la recente ispezione del senatore Ignazio Marino-, la maggior parte dei detenuti degli OPG.

I primi anni di attività del Telefono Viola sono stati raccolti nel libro di Alessio Coppola e Giorgio Antonucci: “Il Telefono Viola, contro i metodi della psichiatria” ed. Eleuthera, 1995, Milano. Negli stessi anni sono sorti spontaneamente e non sempre in collegamento con il Telefono Viola originario, altri Telefoni Viola in altre città come Bologna, Genova, Catania, Milano, ecc., che seppure informali e da regolarizzare, hanno dimostrato l’importanza e la necessità di una particolare denuncia e prevenzione nel settore dell’abuso psichiatrico.

La prospettiva attuale
Ripresa dopo una lunga pausa di riflessione e di studio dei vari fenomeni osservati, il Telefono Viola durante l’anno 2010, ha consolidato il suo assetto organizzativo. Prima, con la sede a Piazza Vittorio presso il Consorzio Il Solco e ora con la sede più autonoma presso la JP Association in Via Benedetto Croce 49, il Telefono Viola ritorna ad una piena attività pubblica, ufficializzata ancor più dalla sua registrazione in corso presso la Regione Lazio.

Le nove conferenze sociali tenute lo scorso anno hanno visto una partecipazione molto attenta di molti utenti della psichiatria e loro familiari desiderosi di parlare apertamente delle loro problematiche senza subire le frequenti costrizioni psichiatriche cui andavano incontro. Si pensa quindi di intensificare il primo ascolto telefonico selettivo, anche con appositi corsi di formazione in collaborazione con l’Associazione di Promozione Sociale “LUVIS” (la Libera Università del volontariato e dell’Impresa Sociale, fondata da Alessio ed altri counsellor, per formare il volontariato nelle competenze tecniche e relazionali). Sarà rilanciato ed approfondito il metodo delle conferenze sociali, basato sui principi dell’ecologia umana e del dialogo, continuando a dare tutta l’assistenza possibile in materia legale attraverso il ricorso a avvocati esperti.

Per quest’ultimo settore, saranno perfezionate le iniziative che chiamiamo di prima tutela, che sostengono le persone prese in TSO con forme di diffida prelegale tendenti a rappresentare gli interessi e i diritti degli utenti psichiatrici possibilmente fin dai primi giorni dei loro ricoveri.

Intanto, il Telefono Viola sta seguendo da vicino, con i legali di sua fiducia, il processo per la morte dell’insegnante FrancescoMastrogiovanni, deceduto nell’agosto del 2009 dopo ottantadue ore di contenzione, presso il Tribunale di Vallo della Lucania, dove l’associazione si è costituita -ed è stata accettata- come parte civile a rappresentanza dei suoi interessi nella difesa di tutte le vittime delle costrizioni psichiatriche. 
 
Infine, con la prossima Conferenza Nazionale del 21 maggio, promossa in occasione del ventennale della nascita, Il Telefono Viola promuoverà scambi e reti sociali tra il Telefono Viola, i familiari, gli utenti, gli operatori e i cittadini che, a diverso titolo, sono coinvolti nel problema dei diritti dei pazienti in ambito psichiatrico soprattutto se costrittivo, come il TSO.

Roma 26 aprile 2011
Alessio Coppola
Presidente di Telefono Viola
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