INFORMAZIONI GENERALI
QUESTO E’ IL BLOG DI TELEFONO VIOLA, ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO SENZA FINE DI LUCRO. IL SUO OPERATO SI BASA SULLE IDEE E SULLE PRATICHE DI GIORGIO ANTONUCCI E DI THOMAS SZASZ. NASCE A ROMA IL 22 OTTOBRE DEL 1991, FONDATA DA ALESSIO COPPOLA, ALLORA PRESIDENTE DEL CEU, CENTRO DI ECOLOGIA UMANA. SI DICHIARA PER LA SOLIDARIETÀ SOCIALE E CONTRO GLI ABUSI, LE COERCIZIONI E LE VIOLENZE DELLA PSICHIATRIA COMUNQUE E DOVUNQUE SI MANIFESTINO. LA SUA SEDE LEGALE E’ PRESSO IL CESV, IN VIA LIBERIANA 17 - 00185 ROMA. LA SUA SEDE OPERATIVA (PER INCONTRI E COLLOQUI CONCORDATI) E' IN VIALE MANZONI 55 (METRO MANZONI) PER GENTILE OSPITALITA DELLA FEDERAZIONE COBAS. CHI VUOLE CONSIGLI PER DIFENDERSI O DENUNCIARE ABUSI PSICHIATRICI PUÒ ANCHE TELEFONARE DAL LUNEDI’ AL VENERDI’ AL NUMERO 06. 59 60 66 30 (SEGRETERIA IN RIPRISTINO A PARTIRE DAL GIORNO 22 OTTOBRE ‘12, GIORNO DEL NOSTRO VENTUNESIMO ANNIVERSARIO). SI PUÒ AFFIDARE UN APPUNTO ALLA SEGRETERIA CON I PROPRI DATI, PER ESSERE RICHIAMATI APPENA POSSIBILE. COSA PUO’ FARE IL TELEFONO VIOLA? ATTUALMENTE POSSIAMO OFFRIRE UN ORIENTAMENTO SULLA QUESTIONE PSICHIATRICA, CHE CI DERIVA DALL’ESPERIENZA DEI NOSTRI CONSULENTI E COLLABORATORI, E CHE SERVE SOPRATTUTTO A PREVENIRE E CONTRASTARE IL PIU’ POSSIBILE I TRATTAMENTI SANITARI OBBLIGATORI (TSO). INFATTI, IL TSO E LE SUE FORME INDIRETTE SONO LE PRATICHE PSICHIATRICHE VINCOLANTI DOVE PIU' SI VERIFICANO GLI ABUSI DELLA PSICHIATRIA. GLI ASCOLTI TELEFONICI, I COLLOQUI E I CONSIGLI OFFERTI DALL’ASSOCIAZIONE SONO GRATUITI. (LA DIFESA LEGALE DA NOI EVENTUALMENTE CONSIGLIATA E’ A SPESE DELL’UTENTE). DOPO VENT’ANNI RESTIAMO UN’ ORGANIZZAZIONE CHE SI BASA SUL LAVORO VOLONTARIO E GRATUITO DI POCHI SOCI. PER ESSERE PIU' EFFICIENTI ABBIAMO BISOGNO DI AIUTO DAI NOSTRI UTENTI E SIMPATIZZANTI. PER SOTTOSCRIZIONI E DONAZIONI (UNICA FONTE DI SOSTEGNO) USARE IL CONTO CORRENTE POSTALE N° 6087021 INTESTATO A TELEFONO VIOLA. PER BONIFICI BANCARI USARE IL CODICE IBAN IT04 W076 0103 2000 0000 6087 021 (CIN W; ABI 07601; CAB 03200; N. CONTO 000006087021). SI POSSONO VERSARE SUL CONTO CORRENTE ANCHE PICCOLE SOMME DI /5/10 EURO, PER COPRIRE LE SPESE DI SEGRETERIA TELEFONICA (IN MEDIA LA SPESA PER NOI E’ DI 2 EURO PER OGNI CHIAMANTE CHE CHIEDE UN CONTATTO). IN CASO DI CRISI DI SOSTEGNO NON POSSIAMO GARANTIRE LE TELEFONATE SUI CELLULARI. IL BILANCIO DELL’ASSOCIAZIONE E’ PUBBLICATO SUL BLOG E SUL SITO. NOTA. INVITIAMO TUTTI GLI INTERESSATI A INTERLOQUIRE CON QUESTO BLOG E CON LA PAGINA FACEBOOK (TELEFONO VIOLA) CON SPIRITO SOLIDALE E COSTRUTTIVO. SI AVVISA CHE PER EVITARE PERICOLOSE CONFUSIONI, IL TELEFONO VIOLA NON RICONOSCE E DIFFIDA ALTRI ORGANISMI CHE USINO IL SUO NOME SENZA ADESIONE AL SUO STATUTO E FUORI DA ACCORDI E DELEGHE SPECIFICI. (Testo aggiornato al 25 novembre 2012)

sabato 23 ottobre 2010

La morte di Giuseppe Casu: accusa di sequestro per 7 medici

Dal quotidiano L'Unione Sarda

L'ambulante morto in psichiatria:
accusati di sequestro sette medici

Clamoroso colpo di scena nel caso della morte dell'ambulante quartese Giuseppe Casu. Sette medici del reparto psichiatria del Santissima Trinità di Cagliari sono stati accusati di sequestro di persona aggravato dall'abuso di potere.



Giuseppe Casu è stato ucciso da un farmaco tossico per il cuore. Questa, almeno, è l'idea dei periti del Tribunale. Anche se sottolineano: non c'è la certezza ma un'«elevata probabilità». Il processo sul sessantenne quartese morto il 26 giugno 2006 dopo sei giorni di ricovero in Psichiatria al Santissima Trinità si giocherà tutto su quelle due parole. Però: il paziente è stato legato al letto per tutta la durata del ricovero, dal giorno del trattamento sanitario obbligatorio firmato dal sindaco di Quartu durante lo sgombero degli ambulanti da una piazza, fino a quando si è scoperto che non respirava più. E questo, dicono i periti, non si poteva fare. Di lì la nuova, clamorosa accusa contestata ieri al primario Gian Paolo Turri e agli psichiatri del suo reparto Maria Rosaria Cantone, Antonella Baita, Maria Rosa Murgia, Marco Murtas, Luciana Scamonatti, Marisa Coni: sequestro di persona aggravato dall'abuso di potere. Roba da dieci anni di reclusione.

La notifica dell'avviso di conclusione delle indagini firmato dal sostituto Giangiacomo Pilia ha provocato stupore, rabbia, sconcerto negli ambienti medici cagliaritani. Eppure il nuovo stralcio di indagine è sostanzialmente un atto dovuto dopo il deposito della perizia, l'11 ottobre scorso, davanti al Tribunale monocratico che processa Turri e la Cantone per omicidio colposo aggravato: durante il dibattimento il pm lo ha quasi annunciato insieme al tentativo di portare la discussione sulla contenzione fisica. La difesa dei due psichiatri è insorta poiché è stato escluso che quella circostanza abbia portato alla morte del paziente. E allora il giudice Simone Nespoli ha chiesto al pm di motivare le sue domande e Pilia a quel punto ha dichiarato che la perizia avrebbe potuto portare alla contestazione di nuovi reati.

In effetti i periti parlano senza mezzi termini di sequestro di persona e lo fanno sotto un profilo strettamente giuridico. Affrontando la questione della contenzione fisica hanno escluso che Casu sia stato ucciso da una trombo-embolia polmonare legata alla lunga immobilità, come invece avevano diagnosticato i medici del Santissima Trinità subito dopo l'improvvisa morte dell'ambulante. I periti Elda Feyles, specialista in anatomia e istologia patologica, Guglielmo Occhionero, psichiatra, e Rita Celli, medico legale, hanno innanzitutto individuato le norme: gli articoli 13 e 32 della Costituzione sulla inviolabilità della libertà personale e sul consenso all'atto terapeutico, il codice deontologico di medici e infermieri sulla contenzione fisica e farmacologica come evento straordinario e motivato, il codice penale: se c'è uno stato di necessità la misura di contenzione, sempre proporzionale al pericolo attuale di un danno grave non altrimenti evitabile, non solo può ma deve essere applicata se non si vuole incorrere nel reato di abbandono di incapace. I periti sono sicuri: «La contenzione fisica è ammessa solo allo scopo di tutelare la vita o la salute della persona... qualora la contenzione fosse sostenuta da motivazioni di carattere disciplinare o per sopperire a carenze organizzative o per convenienza del personale sanitario si possono configurare i reati di sequestro di persona, violenza privata, maltrattamenti».

Non solo, i periti negano che la contenzione a letto sia da considerare un trattamento sanitario vero e proprio: «In generale, per prestare le prime cure il medico deve intervenire e vincere la resistenza solo se il paziente si trova in vero pericolo di vita. Nei casi psichiatrici quel pericolo non c'è quasi mai perché raramente esiste un pericolo di vita rispetto a una malattia mentale. Non risulta che mai nessuno sia morto di allucinazioni o delirio». I periti valutano dunque «eccessivo» legare a letto un paziente anche se per impedirgli il suicidio o costringerlo a curarsi. Di lì la conclusione: «La diretta coercizione non è fra le prestazioni richiedibili allo psichiatra. E visto che l'organigramma del nuovo assetto della psichiatria non prevede figure di personale di custodia (come prima della legge Basaglia che ha chiuso i manicomi), essendo venuta meno tale esigenza che caratterizzava la vecchia normativa manicomiale, il ricorso all'uso della forza fisica è esterno al rapporto terapeutico».

Nell'indagine-stralcio Baita, Murgia, Murtas, Scamonatti e Coni sono accusati anche di omicidio colposo, reato per il quale Turri e la Cantone sono già sotto processo: per il 29 novembre è fissata la requisitoria del pm.
La Asl 8 ha intanto annunciato che in questa fase non prenderà provvedimenti nei confronti dei medici.






MARIA FRANCESCA CHIAPPE

Giovedì 21 ottobre 2010 18.07
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Per notizie sulla vicenda di Giuseppe Casu:
  Alcuni estratti:

"[...] Giovedì 15 Giugno 2006 in piazza IV Novembre a Quartu il signor Giuseppe Casu, accanto alla sua ape parcheggiata, come ogni giorno vendeva un poco della frutta e verdura contenuta nel cassone.





Nulla di notevole sino a quel momento in una giornata che sembra tranquilla. Poi, in tarda mattinata, il dramma. Tutto avviene molto rapidamente, intervengono i carabinieri con le guardie municipali, spunta fuori anche un'ambulanza. Gli agenti lo afferrano con la forza, di fronte a tutti, lo sbattono a terra, lo immobilizzano. Giuseppe Casu viene caricato, ammanettato, alla barella e portato via. È in atto un ricovero coatto in psichiatria [...] Il ricovero coatto (Trattamento Sanitario Obbligatorio o TSO) viene giustificato da uno stato di agitazione psicomotoria: il signor Casu dava in escandescenze [...] I familiari del signor Giuseppe Casu, quando vanno a visitarlo, lo trovano sempre legato al letto, sedato, col panno e privo di coscienza [...] Dopo una settimana il signor Giuseppe Casu muore, all'improvviso, sempre legato a quel letto da cui nessuno lo ha ancora liberato [...]".





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martedì 19 ottobre 2010

Convocazione dell’assemblea ordinaria dell’Associazione Telefono Viola



E’ convocata l’assemblea ordinaria dell’associazione “Telefono Viola” (contro gli abusi e le violenze psichiatriche), costituita in Roma il 22 novembre 1991, attualmente con sede legale in Roma, in Piazza Vittorio Em. II, 31 (2° Piano).

L’assemblea è convocata, in prima convocazione, venerdì 29 ottobre 2010 alle ore 8, presso la suddetta sede legale, nell’apposita sala riunioni (per la sua validità è necessaria la maggioranza degli associati iscritti). 
Essa è convocata, in seconda convocazione, lo stesso venerdì 29 ottobre 2010, alle ore 16, presso la stessa sede legale, con prevista conclusione per le ore 18/18,30 (per la sua validità sarà sufficiente la maggioranza degli associati presenti alla riunione). Ammesse deleghe per assenze giustificabili, comunicate in tempo utile, anche via mail e/o sms con avviso di ricevuta.

Ordine del giorno:

- Approvazione delle modifiche allo statuto originario, proposte da Alessio Coppola, fondatore e presidente del Telefono Viola.

- Elezione del consiglio direttivo dell’associazione (presidente, vice presidente, segretario, 2 consiglieri).

- Costituzione di un gruppo per l’elaborazione del regolamento dell’associazione, previsto dallo statuto, da presentare all’approvazione della prossima assemblea ordinaria.

- Approvazione dell’impegno politico a sostenere una quota parte per le spese per l’uso dei locali comuni del Sol.Co, con la collaborazione di dirigenti della LUVIS, e per una linea telefonica autonoma, a partire dal mese di gennaio 2011.

Varie ed eventuali.

Il presidente
Alessio Coppola

Si raccomanda la partecipazione di tutti gli associati e le associate, che, al momento dell’assemblea, risulteranno in regola con l’iscrizione per l’anno 2010. Via e-mail: telviolaroma@yahoo.it - alessio.coppola@luvis.eu (consigliabile usare
tutti e due gli indirizzi). Via sms: 334.1011533.

 http://img38.imageshack.us/img38/8092/rondini32694203271550.jpg

sabato 9 ottobre 2010

SOS PER TATIANA DELL'AMORE

(per il blog, facebook ed ogni altro mezzo di diffusione)


Roma, 9 ottobre 2010


Stiamo formando un gruppo di ascolto e sostegno a favore di Tatiana Dell’Amore (nome di fantasia), una giovane donna di Genova, che ci denuncia una grave situazione che la opprime, fatta di TSO, segregazione in casa con padre, madre e altri congiunti, minacce di nuovi TSO dall’SPDC del S. Martino di Genova, progetto “terapeutico” con un ricovero in una comunità protetta delle vicinanze dove, le assicura lo psichiatra, “starai dentro almeno per 5 anni”!


Tatiana in tutta questa oppressione sogna ancora un suo giovane amore. Ci chiede da fare qualcosa per lei. Iniziamo quindi con un gruppo di ascolto e protezione “Per Tatiana Dell’Amore”. Il gruppo si coordinerà con Luisa e Irene, che fanno riferimento al Telefono Viola Roma. L’avvocato G. Di Palma seguirà gli aspetti legali della vicenda. A questo scopo sono importanti tutti i particolari della storia che, in modo riservato, Tatiana e chiunque altro ci farà pervenire tramite il suddetto Gruppo di Ascolto e Sostegno. Entro una settimana circa il gruppo sarà comunque definito.


Alessio Coppola, presidente Telefono Viola

"Armonia delle sfere" - Conversazione con Giorgio Antonucci

"Armonia delle sfere" - Conversazione con Giorgio Antonucci

Reading di poesie e inediti di Giorgio Antonucci

Voce narrante: Laura Mileto

Musica: Cristina Vetrone "Assurd"

Partecipa Eugen Galasso

12 ottobre 2010 alle ore 21.00
"Cortile cafè". Bologna, via Nazario Sauro 24/A

Fonte:  Centro di Relazioni Umane


http://centro-relazioni-umane.antipsichiatria-bologna.net/wp-content/uploads/2010/10/locandina-12b1.jpg

lunedì 4 ottobre 2010

RESOCONTO DELLA VII CONFERENZA SOCIALE


Venerdì, primo ottobre 2010, dalle ore 16 alle ore 19, si è tenuta la settima conferenza sociale del Telefono Viola di Roma. Di seguito riportiamo la sintesi dei punti affrontati nel dibattito.

Situazione economica. Il presidente Alessio Coppola ha descritto in breve la situazione di bilancio che vede l’associazione in difficoltà, senza alcun contributo proveniente da fondi pubblici. Si è deciso quindi di far fronte alle spese incentivando il tesseramento e la libera ma costante contribuzione degli associati e degli interlocutori interessati alla piena funzionalità dell’associazione. C’è stata una risposta immediata da alcuni dei presenti, che hanno sottoscritto la quota associativa di Euro 20, mentre altri già iscritti hanno aggiunto un contribuito per il mese di ottobre e novembre prossimi. Si è deciso inoltre di contribuire alla spesa di locazione contando con la collaborazione della LUVIS, soprattutto da gennaio in poi, quando, per gli accordi in corso con il consorzio suddetto, potremo usufruire di una stanza in completa autonomia, oltre alla sala riunioni da prenotare volta per volta.

Modalità d’intervento. Sono state elencate e discusse le pratiche che si dimostrano di una certa efficacia nell’azione del Telefono Viola. Nessuna pratica esclude l’altra, e tutte comunque non bastano a garantire il successo contro la psichiatria costrittiva. La sproporzione delle nostre risorse rispetto allo psichiatrismo di massa è rilevante. Ma questo è soltanto una molla in più per “portare il cuore oltre le barriere”.

  1. L’ascolto. Le denunce e le chiamate in genere vengono registrate su un apposito libro che riporta anche in parallelo i consigli che vengono dati alle persone e le iniziative che vengono prese a loro favore. Le persone vengono richiamate ad intervalli regolari. In alcune occasioni vengono dati appuntamenti per colloqui di approfondimento e di orientamento per prevenire e contrastare la costrizione psichiatrica (anche fuori del TSO presso i CSM ) il più possibile e nel più vario modo. Nelle situazioni in cui il ricorso alla psichiatria è stato causato soprattutto da conflitti interfamiliari, si invitano ai colloqui i familiari coinvolti (figlio/a e padre e/o madre.) Questo compito è concentrato molto sulla figura del presidente e nella figura dell’avvocato per i casi sottoponibili all’azione legale. La conferenza sociale ha lamentato una scarsità di personale formato all’ascolto e alla mediazione dei conflitti. Per questo si sta pensando ad un corso di formazione all’ascolto “non psichiatrico” per operatori/volontari del Telefono Viola, organizzato da LUVIS, anche in vista di possibili progetti finanziabili dalla Regione, una volta completato l’assetto associativo secondo quanto formalmente richiesto dalla/e Regione/i e dalla Legge Quadro sul volontariato del 1991.


  2. Le visite presso i reparti psichiatrici. La visita al denunciante che è in TSO ufficiale o in trattamento volontario non evitabile (“o accetti le cure volontariamente o ti facciamo il TSO!”) è un momento essenziale tra la persona in difficoltà e l’associazione. Il volontario generalmente va negli orari di visita e allaccia un rapporto diretto con il “fatto paziente”. In alcuni casi può fargli firmare un primo mandato all’associazione per intervenire nei vari modi possibile a suo favore, anche legalmente. Questo mandato generico o pre-mandato potrà essere confermato dalla firma dell’avvocato, per le successive contestazioni del TSO presso il Giudice tutelare. Anche per questa tipologia d’intervento, i volontari sono scarsissimi, ed il loro servizio andrebbe potenziato. Specie su Roma, dove abbiamo diversi TSO al giorno.


  3. Le varie forme di diffida dai vincoli a trattamenti psicofarmacologici e psicoterapeutici “a vita” che spesso si registrano prima o dopo i periodi di TSO (le attuali criminali proposte di prolungamento dei TSO fino a 6 mesi intendono garantire questa cattura prolungata in modo meno contrastabile). Le principali sono tre: la prima è quella per la sospensione delle cure che la stessa persona “in cura” può fare diffidando i sanitari “curanti” in ordine a qualsiasi controindicazione degli psicofarmaci già verificata o verificabile nel proprio sistema psicofisico (due nostri volontari l’hanno usata con successo); la seconda è la diffida stragiudiziale, avanzata dal legale e da lui gestita (appena possibile la pubblicheremo sul blog) in rapporto alle preferenze terapeutiche di cui ha diritto l’assistito (per esempio tollera le pasticche ma non vuole iniezioni ecc.); il terzo tipo di diffida è quello del mandato o procura preventivo, in cui ogni associato e/o assistito deposita una dichiarazione nella sede dell’associazione e all’uopo la invia a chi volesse obbligarlo ad un TSO. Questa procura preventiva, sperimentata già dal primo Telefono Viola nei primi anni 90, pur non avendo valore giuridico in sé, ha valore di “prevenzione” e di “deterrenza” e può sempre tramutarsi in un mandato legale vero e proprio nel momento in cui la minaccia del TSO venisse attuata. La conferenza sociale ha deciso di riattivare questa “procura preventiva” con uno schema più essenziale e meno ideologico di quella storica (sarà tutto pubblicato sul nostro blog, appena possibile!).
Interessante notare che la proposta Ciccioli (a questo proposito, leggere le note di Benevelli e le osservazioni di Cecconi e Cozza) propone una procura all’incontrario, chiamata “patto d’Ulisse”, nel senso che fa dichiarare alle persone che nel caso si dovessero un giorno ammalare e non ne avessero coscienza, gli psichiatri potranno legarlo e contenerlo in TSO (Ora, si sa che chi ha coscienza della tua malattia è solo lui, lo psichiatra!). Sarebbero TSO non più tali perché accettati liberamente già un anno due anni prima dal povero malcapitato. La fantasia reclusoria della psichiatria non ha limiti. Anche per questo è bene riattivare la procura preventiva, almeno come elemento paragiuridico di contrasto.


  1. La contestazione al giudice per l’interruzione del TSO in corso. E’ la forma più usata dai nostri legali nel rispetto della Legge 833/78. Si avvale soprattutto dell’obbligo del ricorso alle alternative psicosociali e culturali previste dalla legge e che spesso, se non quasi sempre, non vengono minimamente esperite. In alcuni casi non è stato necessario l’intervento legale ma quello del “rappresentante legale” dell’associazione (basterebbe un semplice cittadino, ma non succede …). Alcuni SPDC particolarmente agguerriti impongono al Giudice il loro giudizio sanitario come il migliore possibile per il paziente e non è facile far interrompere il TSO in corso. Ma si è trovato sempre utile il ricorso, in quanto determina condizioni di maggiore attenzione al “fatto paziente”. Inoltre il ricorso costituisce una buona premessa per poi eventualmente impostare un processo per maltrattamenti o simili (come sta succedendo nel caso della nostra L. G., che si è opposta ai primi tentativi di conciliazione). Alessio ha chiarito che in ogni forma di contrasto alla psichiatria costrittiva (quasi tutta se non tutta!) si è rivelato difficile ma sempre utile o risolutivo il ricorso a perizie o trattamenti psichiatrici “privati”. Lo psichiatra privato deve trattare con il paziente in quanto cliente, e questo determina un diverso rapporto di forza. E’ vero che si usa sempre la psichiatria, ma questa è una contraddizione utile all’interruzione del TSO, o al successo del processo, oltreché alla stessa critica alla psichiatria (evidenzia come la sua “diagnosi” dipende alla fine dal potere, anche da quello dei soldi del cliente).. La conferenza sociale quindi approva questo uso, ma rilancia il ruolo della problematica socio economica nel contrasto antipsichiatrico.


  1. La conferenza sociale mensile. E’ anch’essa una forma d’intervento contro il TSO ecc., forse la più nuova e importante, che stiamo sperimentando. Infatti niente è più efficace per convincere uno psichiatra-dipendente che quello di farlo interagire con ex pazienti che si sono liberati dallo psichiatra e dagli psicofarmaci. Niente è più rincuorante che incontrare in una libera riunione uno che sta passando i tuoi stessi guai con la psichiatria o con lo psicologo del CSM, che è psichiatra nel midollo pure lui, oppure che sta in rotta con i suoi familiari che gli hanno tolto il diritto di gestirsi i propri soldi ecc. Niente è più efficace come quello che è successo ieri quando di fronte ad un dubbio legale, si è potuto chiedere direttamente il parere ad un avvocato che era presente! Ed è anche economico! Inoltre il magma culturale dell’approccio non psichiatrico tipico del Telefono Viola è rafforzato in queste riunioni dai principi dell’ecologia umana, che Alessio ha formulato con il Centro di Ecologia Umana, che era ed è l’associazione che ha fondato il Telefono Viola. Questi principi vengono riproposti e rivissuti continuamente nello svolgersi dei vari casi che bollono in pentola. Sono stati richiamati nella conferenza di ieri, perché si è anche deciso di richiamarli nell’assemblea per le modifiche dello Statuto che ci sarà venerdì 29 ottobre. I principi essenziali sono due. Il primo è la tutela della biodiversità umana (non solo quella naturale vetero ambientalista), il secondo è il disinquinamento relazionale dai meccanismi di potere. Fa sorridere leggere la mail di qualcuno che ci critica perché noi faremmo conferenze e non pratica antipsichiatrica. Sul senso che diamo alla parola con-ferenza abbiamo già detto a proposito della Conferenza Pubblica di riattivazione del Telefono Viola Roma.

Dibattito sulle modifiche statutarie. Alessio ha letto lo statuto originario (22 ottobre 1991). Ha anticipato le sue proposte di modifica. I presenti hanno arricchito e aggiunto motivazioni. Essenzialmente sarà inserito il riferimento esplicito alla Legge sul volontariato, si ammetteranno interlocutori non solo “telefonici”, si richiameranno i due principi dell’ecologia umana sopra riportati, si aggiungerà la formula della comunicazione/ascolto e mutuo aiuto. Il resto, secondo Alessio, dovrebbe restare tutto come sta, compresa l’esclusione dagli scopi associativi di “forme dirette o indirette di terapia”. L’assetto statutario originario deve restare integro per garantire al Telefono Viola di essere un’associazione e una comunità di eguali e di liberi. Confermata dalla conferenza la data del 29 ottobre ore 16 per l’Assemblea per lo Statuto che eleggerà anche il nuovo Consiglio Direttivo.

Graditi altri commenti sul blog dai partecipanti alla riunione! L’attribuzione del premio per i tre loghi presentati è rinviata all’Assemblea del 29 ottobre!

Questo verbale è stato redatto da Anna Grazia Stammati e Alessio Coppola il 3 ottobre 2010

06/490821
Per appuntamenti con il presidente rispetto all’assemblea del 29 ott p. v. Cell. 3341011533