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giovedì 29 marzo 2012

Matrogiovanni: Udienza del 27 marzo. Un libero commento di A. C.

Processo Mastrogiovanni

Udienza del 27 marzo 2012

UN CASO DRAMMATICO DI AGITAZIONE PSICOMOTORIA DEGLI PSICHIATRI

Commento di Alessio Coppola, presidente di Telefono Viola

(presente all’udienza insieme con l’Avv. Gioacchino di Palma)



Ieri, nel corso dell’udienza tenutasi a Vallo della Lucania, sono stati interrogati il Dott. Michele Di Genio, Direttore del Dipartimento da cui dipendeva anche l’ SPDC di Vallo della Lucania ed il Dott. MDP, psichiatra responsabile delle cure (…cure?...) praticate all’insegnante Mastrogiovanni nella notte tra il 31 ed il 1° Agosto.

-          Il primo si è mostrato distaccato, infastidito, scocciato, e, direbbero in psichiatria, “dissociato dal suo stesso ruolo” e bisognoso di urgenti trattamenti antidepressivi. Gli domandano: “Ma Lei era in ferie” ? Risponde: “No”. Dopo un po’ gli richiedono: Ma Lei, Direttore, era in ferie? Risponde “Si”. Ma insomma dottore era o non era in ferie, risponda semplicemente con un Si o un No ? Risponde “Si e No”. Lo sapeva e lo decideva solo lui…  Ma cosa dobbiamo pensare di uno cosi ? Ci tiene anche a dire che alla prima fugace visita di pochi secondi “Mastrogiovanni lo riconobbe e gli diede anche la mano”. Questo direttore ci vorrebbe forse far credere che lui a Mastrogiovanni lo ha pure confortato? Peccato che si è fermato solo per 10 secondi al capezzale di Francesco, perché altrimenti avrebbe sentito certamente anche le parole di quest’ultimo: “Bravo direttore, qua la mano, quanto è buono Lei che mi tiene qui al guinzaglio come un cane! Vada avanti così ancora per una ottantina di ore e poi vedrà come sarò guarito e la ringrazierò”. Gli domandano ancora: Direttore, ma lei sapeva quali cure davano al paziente? Risponde: “No, mi fido ciecamente del mio delegato il dottor Barone” (che sentiremo forse la prossima udienza, Ndr).

-           Il secondo dottore ci ha tenuto per quasi un’ora col fiato sospeso, visto che sudava,  sbavava dalla bocca, non aspettava nemmeno le domande. Faceva tutto da solo. Si domandava e si rispondeva. Un vero fiume in piena. Caso evidente, direbbero sempre in psichiatria (con il fidato DSM IV sotto il braccio), di persona affetta da “agitazione psicomotoria, in crisi logorroica, con spunti maniacali ed in evidente stato di ansia”.

Noi, da comuni mortali, comprendiamo che fosse agitato seduto su quella scomoda sedia e nella scomoda veste di imputato. Comunque confermiamo,  il dottore era veramente fuori controllo. Neppure le domande della Presidente, Dott.ssa Garzo, riuscivano a “sedarlo”. Guardo gli avvocati e il pubblico, tutti allibiti e quasi preoccupati per quel fiume in piena, o meglio in piena acuzie di crisi distonica con sovraccarico di  ansia del tutto “fuori luogo”. Lo sconcerto è generale.

Per sua fortuna nessuno dei colleghi psichiatri presenti in aula, pensa di comminargli un TSO. Eppure per un attimo, solo per un attimo, ho pensato: “forse 83 ore di contenzione continua potrebbero calmarlo” - Ovviamente tutto per il suo bene, per la sua tranquillità, ed al solo fine di “stabilizzarlo” (come direbbe lui stesso e qualunque psichiatra).

Ma torniamo al Direttore del Dipartimento.

Continuo a seguire sempre i miei pensieri, ed in applicazione della vecchia “legge del contrappasso” ipotizzo la somministrazione di un bel “buffet misto di prozac e di elettroshock”,  ovviamente sempre per il suo bene, per curarlo dalla sua apatia, dargli una smossa, fargli capire una buona volta, e perché appare necessario (come dicono loro per ogni caso di TSO) la gravità della sua assenza continua dal reparto, di fronte a una così chiara emergenza come quella rappresentata dal caso di Francesco Mastrogiovanni legato per 83 ore continuative ad un letto del suo reparto.

Accidenti, seguendo i miei pensieri stavo dimenticando che Francesco Mastrogiovanni era “in uno stato continuo e perenne di agitazione psicomotoria”. Proprio come quella del suo dottore, che ora continua a parlarsi addosso, affastellando concetti medici, valutazioni personali e giudizi sempre indiscutibili (ma loro in questo sono dei veri maestri).

Continua l’esame del secondo dottore. Siamo passati ai sedativi somministrati a Francesco Mastrogiovanni. Gli chiedono: Dottore ma perché, la prima notte, ha tolto la fiala di entumin al paziente? Risponde che da un suo calcolo presunto (o approssimativo?) il paziente da mezzogiorno, ora di arrivo in reparto, tra benzodiazepine e neurolettici, aveva avuto già 10 iniezioni (dieci!!!). Ma come dieci, abbiamo sentito bene? Si dieci, due di EN, 2 di Trimeton, 1 di Entumin, e fanno cinque; poi altre due di Entumin come la prescrizione e stiamo a sette. E le altre tre dottore? Le altre tre, devo presumere che glie le abbiano fatte la mattina… sul territorio (dicesi “territorio”, per la psichiatria rappresentata a Vallo, un insieme di braccaggi e siringamenti del “paziente mostro”, inseguito tra il CSM di zona e la caccia libera fin sulla spiaggia di Acciaroli!!! NDR). E fanno dieci! E dato che anche il dottore agitato ammette che l’effetto sedativo e neurolettico può durare vari giorni, non solo uno, allora ne deduco che QUESTI SIGNORI HANNO UN RAPPORTO DIRETTO DI RESPONSABILITA’ CON LA MORTE DELL’INSEGNANTE MASTROGIOVANNI, FIN DAL PRIMO GIORNO DI PRIGIONIA PSICHIATRICA.

Comunque, in questa udienza abbiamo visto il risveglio del PM. Ebbene si, il Pubblico Ministero, forse a causa dei primi refoli di primavera, si sveglia dal suo torpore e pone domande importanti ed insidiose.

 Vorremmo dire però che la vera pubblica accusa questa volta è, e sarà quella delle centinaia, migliaia di persone psichiatrizzate contro la loro volontà, detenute in TSO, senza processo e senza difesa legale PREVENTIVA, terrorizzati da questi signori dalla sedazione facile ed a oltranza, che vedono il loro operato avallato da Sindaci (spesso) ignoranti in materia, cosi come da Giudici che credono e si fidano di questi nuovi stregoni, capi in fila di questa pseudoscienza della contenzione chimica, fisica o meccanica.

-          Mi domando:

Ma questi signori che firmano ordinanze e convalide, sono mai entrati in un reparto di psichiatria ? Dove si muore, perché per “stabilizzare” un paziente, lo si lega a letto per 83 ore continuative?

-          Mi rispondo :

Penso proprio di no.

Allora, mi confermo nelle mie convinzioni. Il “Trattamento Sanitario Obbligatorio”, principe della psichiatria di tutti i tempi, da quella manicomiale a quella dei reparti e delle comunità protette, DEVE ESSERE ASSOLUTAMENTE DICHIARATO INCOSTITUZIONALE, perché getta le persone umane in balia di piccoli e feroci dittatori del corpo e dell’anima altrui, che si arrogano il potere di capire cosa, e chi è anormale, fino al punto di annientarlo. Dobbiamo fare ancora molta strada, ma io spero incessantemente che vi siano sempre più psichiatri, medici come Giorgio Antonucci, che si ribellino a queste pratiche vessatorie, offensive, disonoranti, oltraggiose della dignità, e … mortali. E ci ispirino una cultura dell’ analisi umana e della tolleranza della diversità.

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