Roma, 1 marzo 2012
PER GLI PSICHIATRI DI VALLO DELLA LUCANIA, MASTROGIOVANNI E' MORTO COME LUCIO DALLA!
Secondo gli psichiatri di Vallo della Lucania e loro consulenti medici legali, Francesco Mastrogiovanni, dopo 4 giorni di dura contenzione chimica e fisica, sarebbe deceduto per “morte improvvisa” come Lucio Dalla stanotte.
“IERI ALL’UDIENZA PER IL PROCESSO MASTROGIOVANNI”
Postato a Roma il primo marzo sul blog di Telefono Viola
Venerdì 28 febbraio, un’udienza storica del Processo Mastrogiovanni (commento personale di Alessio Coppola)
Se non ci stesse di mezzo la tragedia di un crimine a più mani, ci sarebbe da divertirsi.
Ieri finalmente abbiamo sentito la prima volta da un esimio esponente dell’associazione nazionale di medicina legale, consulente della difesa degli psichiatri e infermieri imputati, che l’endumin, l’antipsicotico somministrato in abbondanti dosi diurne a Francesco Mastrogiovanni, prima e durante la contenzione fisica di 92 ore, era altamente pericoloso per il cuore. Ha anche spiegato che il foglietto illustrativo degli antipsicotici come questo (peggio se dato in associazione con EN o altri neurolettici come nel nostro caso) volgarmente detto “bugiardino”, non dice per nulla le bugie, ma, soprattutto in questo caso dei neurolettici, è il risultato di copiose osservazioni di carattere scientifico. L’endumin, e suoi consimili (anche di nuova generazione), può portare anche alla morte come nel caso di “sindrome neurolettica maligna”. Ma allora, ci chiediamo, perché e come somministrarlo? La risposta data in anticipo dal consulente è che “stiamo parlando di uno psicotico grave” come potrà spiegare la psichiatra qui presente. La psichiatra qui presente, ci dice poco dopo, che loro devono fare un bilancio tra rischi e benefici. Per questa ragione avevano sospeso l’iniezione di notte rispetto alla prescrizione che prevedeva una iniezione di endumin due volte al giorno. La notte assicuravano la contenzione con la sola legatura! Ma che teneri! Quindi, la morte si può dire che sia intervenuta a causa dei neurolettici? E no, perché la notte glielo toglievano, e solo il giorno glielo davano. Quindi un accumulo progressivo di neurolettici viene reso inoffensivo dalla sospensione notturna…). E allora, come si spiega la morte? La morte, dice il consulente di cui sopra, è ascrivibile a un destino (sic!), non agli psicofarmaci e non alla contenzione prolungata. Questo destino è quello che spiega “la statistica che ci dice che in America ci sono dai 300 mila a 400 mila casi all’anno di “morti improvvise””. Ma questa è stata una morte improvvisa, dice lui. Ergo, è nel destino previsto dalla statistica americana che Mastrogiovanni sia morto. E’ chiaro? La registrazione della lunga deposizione di questo consulente sarà da tenere ben presente per le conseguenze che se ne potranno dedurre. Non vogliamo qui invadere il ruolo dei nostri avvocati. Una cosa però, come parte civile in quanto prima associazione italiana contro gli abusi e le violenze psichiatriche, la dobbiamo far sapere a tutto il mondo. Che né psichiatri, né infermieri, e loro consulenti, con l’insegnante Mastrogiovanni hanno mai parlato veramente (diciamo effettivamente, nel senso di aver pronunciato domande e sentito risposte in un ambiente adatto allo scambio umano di parole). Al riguardo, la difesa da parte del consulente di cui sopra, è sintetica e diamantina. Prima non gli hanno potuto parlare perché “era molto agitato” e poi non gli hanno potuto parlare perché era molto sedato. Cioè questi signori non hanno mai veramente parlato con Mastrogiovanni!!! Allora, chiediamo e ci chiediamo, ma cosa facevano psichiatri e infermieri del reparto di Vallo della Lucania, che entravano e uscivano a varie ore nella stanza della contenzione (dichiarata da loro in questo processo come “terapeutica” senza ombra di dubbio…). Laconici: SORVEGLIAVANO, COME DA PROTOCOLLO, DA LINEE GUIDA COME DEL NIGUARDA O DELLA SAPIENZA DI ROMA!
Infine, noi stiamo uscendo dal battage contro i Pronti Soccorsi romani dove legano una donna per giorni in attesa di … ricovero. Ma come facciamo a darci pace se pensiamo a quello che succede a donne e uomini che “invece” sono ricoverati subito nei reparti psichiatrici? Chi ferma le mani di questi signori della morte (lenta o improvvisa che sia)? Questi che se la vogliono cavare anche contro un video di 92 ore dell’agonia di un loro “ricoverato”, che li inchioda alle loro responsabilità?
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